Il dolore della perdita. La ruminazione mentale nel lutto
Il lutto in seguito alla perdita di una persona cara si configura come un processo fisiologico di adattamento che coinvolge aspetti emozionali, cognitivi e comportamentali e la cui fenomenologia segue una sequenza temporale tipica, sebbene suscettibile di un certo grado di variabilità individuale (es. diversa intensità, durata ed espressione dei sintomi). Una quota ridotta ma non trascurabile di persone in lutto (10-20%) manifesta particolari difficoltà in questo processo di adattamento e riorganizzazione, rientrando in quel numero di casi che sperimentano un lutto prolungato o complicato: una recente meta-analisi ha rilevato come circa una persona in lutto su dieci sia a rischio di sviluppare una condizione di lutto prolungato o complicato (Lundorff et al., 2017).
Il disturbo da lutto prolungato è definito da una consistente difficoltà ad accettare la perdita e dalla presenza di distress e sintomi di natura traumatica che influenzano significativamente il funzionamento dell'individuo, compromettendone la qualità di vita e lo stato di salute: intense emozioni di rabbia e/o colpa legate alla morte, evitamento degli stimoli che ricordano il defunto e la realtà della perdita, incapacità di instaurare nuove relazioni e di andare avanti con la propria vita, ecc. (Horowitz et al., 1997; Prigerson et al., 2007; Chiambretto, 2008; Maercker et al., 2013; Jordan & Brett 2014; Nanni et al., 2015). Il persistente ricorso alla ruminazione mentale, che può accompagnarsi ai suddetti sintomi, si configura come un elemento aggravante il quadro clinico.
La ruminazione è uno stile
di pensiero ricorrente, ripetitivo e negativo riferito a eventi negativi di
vita e ai propri disagi emotivi (Michael et al., 2007). È una vera e propria
ri-analisi di avvenimenti passati dei quali la persona cerca di identificare le
cause e le conseguenze, attribuendole principalmente al proprio comportamento o
modo di essere. Questo genera, inevitabilmente, dei vissuti di sofferenza che
diventano essi stessi contenuti su cui ruminare, alimentando tale processo
tanto minuzioso quanto astratto. Per dare l'idea, alcune domande a cui la
persona tenta di rispondere durante un processo ruminativo sono: "Perché è successo a me?", "Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?",
"Perché mi sento così triste?", "Perché continuo a fare gli stessi errori?"
(Caselli et al., 2011). La ruminazione è il sintomo principale della
depressione maggiore (Clark, Beck & Brown, 1989) e ha una funzione di mantenimento
dei vissuti di tristezza, rendendo la persona vulnerabile a future recidive
(Smith & Alloy 2009). È, inoltre, riscontrabile in tutti gli stati
depressivi presenti all'interno di altri quadri psicopatologici (ibidem),
quali, solo per citarne alcuni, il disturbo d'ansia sociale, il disturbo da
stress post-traumatico, le dipendenze da sostanze, alcuni disturbi di
personalità

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